martedì 7 febbraio 2012

Mamme a tempo pieno e mamme lavoratrici

Leggo in una rivista dedicata alle mamme che a New York è in corso una "guerra" tra mamme che lavorano e mamme a tempo pieno. Ognuna di queste due categorie difende la propria scelta attaccando l'altra. Voi che ne pensate? Io credo che una donna debba scegliere ciò che ritiene giusto, ciò che pensa che sia meglio per il figlio, senza sentirsi sminuita (o viceversa) rispetto ad altre mamme che magari operano scelte differenti. Ci sono molte circostanze che portano una mamma a fare certe valutazioni, ma nessuna di noi dovrebbe sentirsi in colpa (noi donne siamo bravine in questo). Purtroppo a volte le circostanze non ci permettono la scelta che vorremmo fare, magari per il semplice fatto che non abbiamo nessuno (nonni, tate) che ci aiuti. Detto questo, non so quale sia la situazione a New York e in America, ma so che l'Italia non è assolutamente un paese per mamme e donne. non c'è nessun tipo di aiuto concreto a sostegno di chi ha figli. e non sto parlando di aiuti economici o in generale di accesso al welfare da parte delle famiglie con figli. Il problema maggiore è l'assenza di controllo sul mondo del lavoro. come è possibile che se una donna cerca lavoro non viene assunta perchè potenzialmente potrebbe rimanere incinta? Come è possibile ad un colloquio di lavoro sentirsi dire di "non fare figli"? Come è possibile che certi principali, per non pagare le maternità, al momento dell'assunzione facciano firmare alle donne delle "dimissioni in bianco" da rendere operative in caso di gravidanza. Come è possibile che lo stato permetta truffe del genere? Ne vogliamo parlare? Spesso al nido arrivano mamme disperate perchè il principale fa capire loro che prendere troppi permessi per il proprio figlio non va bene. Con la conseguenza che le mamme sono costrette a mandare al nido i loro bambini con la febbre, con vomito, con diarrea, o sono costrette ad accelerare al massimo l'inserimento col rischio che poi il bambino non si trovi bene nel nuovo ambiente. Si salva solamente chi ha nonni a cui affidare il proprio bambino o chi, oltre al nido, può permettersi anche una baby sitter. Vi sembra giusto? A me no. Vanno bene gli aiuti economici come voucher, buoni servizio, nidi aziendali, nidi convenzionati, assegni familiari, ma una donna e una famiglia hanno bisogno di ben altro. Serve una reale politica per le famiglie (e per le coppie con figli), concreta, che esuli dalle solite frasi di circostanza dei politici che intendono ingraziarsi il consenso dei cattolici. Serve la creazione di una rete che sostenga le famiglie laddove non si può arrivare con i soli aiuti economici, dal momento del concepimento fino ai primi anni di età del bambino. Sempre!!! Questo vale per sia per le donne che decidono di affiancare il lavoro al mestiere di mamma, sia per coloro che decidono di dedicarsi completamente alla famiglia e ai figli. La cosa importante è che, qualunque sia la vostra scelta, siate presenti con i vostri figli, in maniera attiva. Come esempio potrei portare una mamma che viene al nido dove lavoro.Lascia i figli (due gemellini) alle 8,00 e li riprende tra le 17,30 e le 18,00. E' meraviglioso vederla quando viene a prenderli e fa loro un sacco di feste facendoli impazzire di gioia (e impazzendo di gioia a sua volta). Dal momento in cui decidiamo di diventare e poi essere mamme tutto in noi cambia, si innesca una serie di meccanismi che a volte noi donne non immaginiamo nemmeno, tanto è forte la trasformazione che subiamo. Penso dunque che le donne anzichè frsi la "guerra" e rinfacciarsi i vari "lo faccio bene io" e "lo fai male te", debbano unirsi, confrontarsi, aiutarsi e sostenersi, allo scopo di trarre il meglio da ogni situazione. Non esistono scelte, circostanze, situazioni che siano ideali o perfette. Abbiamo il diritto di sbagliare, di correggerci e di porci tante e tante domande. Le mamme migliori sono proprio queste.

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